Consegnate oggi in Regione, presso l'Assessorato all'Assetto del Territorio, le Osservazioni Prodotte dal Comitato per la Salvaguardia dell'Ambiente e del Territorio di Cisternino,
questo quanto contenuto nel documento:
"PROGETTO "STRADA DEI COLLI" A CISTERNINO
OSSERVAZIONI SUL PROGETTO "STRADA DEI COLLI"
Basate sui documenti ufficiali del progetto definitivo - ovvero mappe e
studi - e sul confronto di tali materiali con la situazione esistente
nonché con le prescrizioni del PPTR.
il documento in otto punti
1) PUBBLICA UTILITA'.
Leggiamo in numerosi documenti sempre uguali:
"L'interruzione della SP18 attualmente comporta un notevole disagio
alla circolazione veicolare. Gli automobilisti sono costretti a
percorrere tratti di strada comunale di ridotta sezione, in alcuni
tratti di circa 3 m, in zone di campagna con presenza di nuclei abitati,
causando rischi alla circolazione e lunghi tempi di percorrenza." (Per
es. Relazione Descrittiva, pag. 7).
Parrebbe da ciò che per recarsi
da Ostuni a Cisternino o viceversa i cittadini dei due comuni siano
COSTRETTI a riferirsi all'interrotta (da decenni!) SP18.
Viceversa
nessuna parte del progetto prende atto dell'esistenza della SP17
Cisternino-Ostuni, larga quanto basta e moderatamente trafficata in ogni
stagione, che viene infatti percorsa normalmente e che non si presenta
differente dalle altre strade che portano da Cisternino agli altri
Comuni limitrofi.
Esistono, inoltre, la strada prov. detta Gravina
che collega Cisternino con la ex statale 16 Fasano-Ostuni, nonché il
tragitto SP14 Ostuni-Martina Franca con aggancio alla SP16
Ceglie-Cisternino.
QUINDI BEN 3 STRADE PROVINCIALI, TUTTE PERCORRIBILI, UNISCONO GIA' OSTUNI A CISTERNINO.
Occorre inoltre osservare che la cd. "STRADA COMUNALE DI RIDOTTA
SEZIONE" non è altro che un labirinto di TRATTURI antichi (molti dei
quali poi asfaltati), come ammette lo stesso progetto nell'elaborato
Studi e indagini - Relazione tecnico agronomica, pag. 8:
"Così come
indicato nello studio di fattibilità e nel Progetto Preliminare, la
progettazione del tracciato ha privilegiato e sfruttato TRATTURI
esistenti".
Ebbene, i tratturi sono SENTIERI che nel corso del tempo
si sono formati per bisogni agricoli e pastorali, e proprio essi creano
quell'affascinante MOSAICO agricolo, caratterizzato dalla presenza per
chilometri di storici MURETTI A SECCO, che secondo il PPTR (AMBITO 7, p.
29) rappresenta un patrimonio prezioso della nostra Regione. Se dunque
pubblica utilità dev'esserci, sia anzitutto rivolta alla salvaguardia di
una situazione paesaggistica così specifica e ormai così rara.
CARATTERISTICHE DELLA STRADA IN PROGETTO: PROFONDITA', LARGHEZZA.
Il PPTR, in particolare nelle Norme Tecniche di Attuazione, afferma e
ribadisce in numerosissimi passaggi LA PROIBIZIONE DELL'USO DELL'ASFALTO
nell'ambito dei PAESAGGI RURALI, sia per tutela paesaggistica sia per i
rischi idrogeologici conseguenti alla impermeabilizzazione dei suoli.
Inoltre, nelle Linee guida per la qualificazione paesaggistica e
ambientale delle infrastrutture, viene più volte ripetuto l'indirizzo
della "salvaguardia dei margini".
Di tutto ciò il progetto non tiene
alcun conto. Lo stradone progettato prevede infatti un "pacchetto di
pavimentazione stradale" costituito da 4 strati così denominati: "misto
stabilizzato con spessore di 25 cm; base bituminosa con spessore di 10
cm; binder con spessore di 5 cm; tappeto di usura con spessore di 3 cm"
(Progetto stradale relaz. tecnica pagg. 6-7) per uno spessore totale di
43 cm.. Dunque ASFALTO e necessità di un profondo scavo.
Quanto alla
larghezza, nell'elaborato Progetto stradale, p.14, vengono indicate le
segg. misure, tutte da raddoppiare: "corsia per senso di marcia con
larghezza pari a 3,25 m; banchina laterale con larghezza pari a 1,00 m;
ciglio pari a 1,25 m." Ne consegue una larghezza totale di asfalto pari a
8,50 m, più 2,50 m di ciglio, il che ci porta alla LARGHEZZA
COMPLESSIVA MINIMA DI 11 metri.
Ma è ancor peggio. Se infatti
consultiamo la carta PROGETTO STRADALE - SEZIONI TRASVERSALI TIPO,
constatiamo facilmente che tutte e 5 le "sezioni trasversali tipo" ivi
riprodotte comportano una LARGHEZZA MINIMA DI 15 METRI, ARRIVANDO IN 3
CASI FINO A 16 O 17 METRI!
La profondità da raggiungere
richiederebbe dunque un massiccio scavo, e la larghezza progettata
un'altrettanto massiccia distruzione sia dei tratturi esistenti e di
tutto ciò che attualmente li contorna (muretti storici, boschi, ulivi,
zone di interesse archeologico), sia del terreno senza tratturi nei
casi, pari secondo il progetto al 25% del tracciato, in cui la nuova
strada investirà terre intatte. Ricordiamo che, sempre secondo il
progetto, la lunghezza totale del tracciato sarebbe di 4725 metri, dei
quali il 25% ammonterebbe a 1181 metri.
Altre numerose osservazioni
andrebbero fatte su molte altre questioni, per esempio quella delle
PENDENZE (che nel progetto, dopo essere state dichiarate del 2,50%
ovvero del ben superiore 7%, di fatto arrivano in più punti al 15%), o
quella delle NUOVE ROTATORIE che, avendo sempre un diametro di 25 metri,
distruggerebbero grandi porzioni di terreno rurale, o delle PIAZZOLE DI
SOSTA e quant'altro.
Concludiamo osservando che in nessun modo,
data l'enorme dimensione della nuova strada, è lecito per essa parlare
di ALLARGAMENTO dei tratturi (da 3 a 17 metri! diciamo piuttosto
annientamento!), ovvero, come leggiamo al punto "suolo e sottosuolo",
pag. 20:
"Per ciò che riguarda (...) LA PERDITA DI TERRENO AGRICOLO
c'è da dire che, nel complesso, la nuova infrastruttura (...) non
sottrarrà molto terreno in quanto sfrutta, lì dove è stato possibile, un
tracciato esistente". Ma su questo tema rimandiamo al punto 7) relativo
agli espropri.
3) MURETTI A SECCO
Si è già accennato
alla difesa, da parte del PPTR, dei muretti a secco. Infatti nelle sue
Norme Tecniche di Attuazione, pagg. 57 segg., sono detti NON AMMISSIBILI
tutti gli interventi che comportino "compromissione dei muretti a
secco" e AMMISSIBILI "manutenzione e ripristino dei muretti a secco
esistenti limitati alle parti in cattivo stato di conservazione, SENZA
SMANTELLAMENTO TOTALE DEL MANUFATTO".
Viceversa il progetto in
questione ignora quasi del tutto questo tema. In un punto (Relazione
descrittiva, pag. 12) si limita a promettere: "I muretti a secco
presenti lungo le strade esistenti non verranno completamente (!)
eliminati ma ricostruiti al fianco della strada in progetto". Peccato
che, com'è noto, la ricostruzione totale di manufatti a secco sia
diventata ormai un'operazione difficile e costosa, richiedente capacità
artigianali in gran parte perdute (e ne fanno fede in tutta la zona dei
trulli le numerosissime pessime ricostruzioni sia di muretti che di
trulli o altro, costituite ormai di cubetti ordinatamente sovrapposti e
aiutati da cemento). Ma non basta: altrove, nello Studio impatto
paesaggistico, pag. 22, si legge: "Dove occorre realizzare recinzioni di
fondi rustici o ricostruire quelle preesistenti, essendo per la quasi
totalità costituite di muri a secco (...), gli stessi saranno
ricostruiti con le stesse tecniche e gli stessi materiali e secondo gli
usi e consuetudini locali, OVE NON CONTRASTI CON LE NORMATIVE DI SETTORE
O CON OGGETTIVE ESIGENZE TECNICHE."
Il che significa che costoro,
dei muretti, faranno quello che vogliono. E ciò che rende specifica la
Puglia in tutto il mondo, i manufatti a secco, verrà ulteriormente
distrutto, rendendo il nostro paesaggio così unico un paesaggio
qualsiasi.
4) VEGETAZIONE: BOSCHI, FRAGNI, ULIVI
Partiamo dai BOSCHI. Sia dal PPTR che dalle precedenti prescrizioni essi
venivano e vengono salvaguardati non solo in quanto tali, ma anche in
una "fascia di rispetto" pari a 100 metri. Il progetto riconosce ciò ma
ci passa sopra tranquillamente; leggiamo infatti nella Relazione
Descrittiva, pag. 10:
"Gli ultimi 500 metri (s'intende: della strada
in progetto), prima di innestarsi con il tratto esistente della SP18,
proseguono in nuova sede, lambendo i boschi qui presenti".
Pura
ipocrisia: naturalmente essi non verranno solo "lambiti", ma investiti e
distrutti sia in quanto tali, sia nei 100 metri di rispetto non
rispettato.
Veniamo ora ai FRAGNI, trattati quasi per caso in un
contesto dedicato genericamente alla "vegetazione spontanea". Dopo aver
affermato, sempre nello Studio impatto paesaggistico, pag. 21, che il
solo rimedio alla distruzione della vegetazione spontanea consisterebbe
in una "nuova piantumazione", leggiamo:
"In base ai dati reperiti
dalla letteratura a disposizione si sono individuati i possibili rimedi
da attuare lì dove, per motivi di tracciato, si è obbligati ad asportare
la vegetazione spontanea... (ovvero) messa a dimora di una fascia
continua di tappezzanti... piantumati nuovi esemplari arborei disposti
in filari... Le essenze arboree individuate sono il Quercus ilex e il
Quercus trojana".
Ci s'immagina il nuovo bel bosco fatto di fasce
continue e filari! Addio vegetazione spontanea! E per moltissimi anni,
al posto dei grandi alberi come i fragni, solo povere pianticelle!
Peccato che LA Quercus trojana, detta qui in Puglia FRAGNO ed esistente
in Italia solo qui (vedi PPTR Ambito 7), sia un albero PROTETTO che mai
dovrebbe essere distrutto (cfr. presso Corpo Forestale dello Stato di
Ostuni, già pronto a intervenire).
E adesso gli ULIVI.
Qui il
progetto ha prodotto alcune mappe apposite in cui verrebbero individuati
gli ulivi da distruggere o trapiantare. Leggiamo nella relazione
tecnico agronomica, pag. 18:
"Sono stati così rilevati 536 alberi di ulivo, dei quali 21 rivestono carattere monumentale"
e pag. 22:
"E' indispensabile e indifferibile l'abbattimento delle 515 piante di
ulivo e lo spostamento mediante reimpianto delle 21 piante monumentali".
Quindi non illudiamoci che gli ulivi verrebbero reimpiantati! No, solo
21 ulivi "monumentali" lo sarebbero, gli altri abbattuti e basta!
Inoltre sappiamo che il reimpianto di rado ha successo e che richiede
comunque annaffiamenti e cure costanti, ben difficili per proprietari
che spesso neppure dispongono di acqua di acquedotto (la quale, del
resto, ha anch'essa un costo).
E' infine probabile che gli ulivi
destinati alla distruzione definitiva siano ben più di 515, dato che su
una delle mappe dedicata agli ulivi il terreno di una persona a noi
nota, che ha su di esso più di 110 ulivi, viene definita "seminativo" e
neanche uno dei suoi ulivi (dei quali da 10 a 20 verrebbero abbattuti)
risulta disegnato sulla mappa in questione.
5) ARCHEOLOGIA
Leggiamo a pag. 23 della Relazione descrittiva:
"Il progetto (...) prevede la costruzione di una strada (...)
interessante i terreni delle masserie Marangiulli, Termetrio, Piantella,
Monsignore e Cirasulo, Marangiulo e Piccola, nonché le aree
archeologiche denominate Sito A e Sito B dove sono state effettuate
raccolte di superficie di frammenti ceramici di significato archeologico
ancora in fase di studio."
Perciò il testo si rifà alla precedente
richiesta di verifica preventiva chiesta nel 2006 alla Soprintendenza
per i beni archeologici della Puglia dal Comune di Cisternino (e che
ormai parrebbe da rinnovare, visto che il tracciato previsto è
cambiato). In ogni caso, ai tempi la Soprintendenza si era detta
favorevole al progetto, ma solo a condizione che:
(Relazione descrittiva, Aspetti archeologici p. 23):
"preliminarmente all'inizio dei lavori venissero eseguiti saggi di
scavo nelle località Monsignore, Monte Pianella e Padulamento,
garantendo anche la sorveglianza archeologica in corso d'opera
sull'intero tracciato. A tal proposito i lavori di scavo dovranno essere
condotti con particolare cautela e si svolgeranno con assistenza
archeologica ad opera di personale qualificato. Dunque, qualora durante
l'esecuzione dei lavori dovessero venire alla luce beni culturali per i
quali si verificasse la sussistenza dell'interesse archeologico, (...)
saranno predisposte e messe in atto misure a tutela dei beni che
consentiranno i necessari accertamenti documentali".
In merito a
questo passaggio, non ne siamo certi, ma si intuisce la volontà di
limitarsi a raccogliere e consegnare nelle mani dell'archeologo
eventuali reperti, continuando comunque la traccia di scavo. Una cosa è
certa, come si vede nei documenti di progetto, nei pressi di una
Masseria, la strada passerebbe a "filo" di un ampia area di interesse
Archeologico (passeggiando sulla strada esistente si può ammirare anche
un archetto, che rappresentava l'ingresso ad un giardino appartenente
alla Masseria).
6) IMPATTO AMBIENTALE
Nella "Relazione
sulla conformità del progetto alla normativa ambientale e paesaggistica
- Studio d'impatto paesaggistico" leggiamo, alla voce Atmosfera, sul
tema di "un possibile aumento delle emissioni veicolari inquinanti" (pp.
15-16):
"Attraverso il confronto tra gli scenari simulati in fase
post operam con quelle ante operam" (...) si è arrivati "a concludere
che la realizzazione dell'opera NON DOVREBBE indurre un peggioramento
della qualità dell'aria (...) in quanto nella situazione attuale esiste
già una viabilità caratterizzata da strade comunali che collegano
l'abitato di Cisternino con quello di Ostuni" (vedi sopra: il
riferimento è ai tratturi storici, non già alle altre 3 strade non
comunali esistenti). Colpisce quel condizionale da noi sottolineato;
risulta infatti dal progetto che nessuno studio scientifico o
strumentale è stato condotto sull'attuale inquinamento della zona a
causa della viabilità esistente, dopodiché ogni altra affermazione
rimane priva di fondamento.
Poi il progetto arriva a sostenere addirittura un miglioramento ambientale:
"La sede stradale attuale, molto tortuosa e dissestata, provoca un
rallentamento del flusso veicolare attuale con tempi di percorrenza
elevati, tali da produrre emissioni superiori rispetto a quelle prodotte
su una sede stradale idonea come quella in progetto, che riduce di
molto i tempi di percorrenza. I potenziali impatti indotti dalla
realizzazione del progetto in esame, risultano quindi di livello basso
se non addirittura migliorativi di quelli attuali" (p. 16).
Qui la
cosa diviene paradossale. Davvero è possibile che una percorrenza più
lenta accresca i consumi e le emissioni dei mezzi? Non sarà magari il
contrario, considerando le dinamiche di emissioni dei propulsori degli
automezzi?
Se poi consideriamo che, con l'aumentare della velocità,
intervengono l'aumento di rumore, il traffico indotto, e la sicurezza
pubblica compromessa (date le decine di accessi sulla strada), pare
proprio che i progettisti si contraddicano su alcuni fondamentali punti
cardine, sia della Valutazione di Impatto Ambientale così come di tutta
la "filosofia" usata per sostenere questa strada ("eco-sostenibile",
utile a migliorare la sicurezza e comodità di abitanti e "passanti",
ecc.)
Ci si chiede come si possa prevedere, in uno studio
importantissimo ai fini del giudizio degli enti competenti, un IPOTETICO
miglioramento dell'inquinamento atmosferico grazie alla creazione di
una infrastruttura stradale che, UNICA COSA CERTA, AUMENTERA' IL
TRANSITO DI AUTOMEZZI SU QUELL'AREA. (Le diffuse e collaudate teorie sul
Traffico Indotto sono una delle prove di questa tesi).
Quanto al problema del RUMORE, leggiamo sempre nello stesso studio:
"Visto il fine per il quale tale opera è stata voluta
dall'Amministrazione Comunale e cioè quello di migliorare la sicurezza
degli utenti della tratta Ostuni-Cisternino e permettere lo sviluppo del
territorio, si ritiene trascurabile l'incremento sonoro rispetto al
livello attuale". (pagg. 25-26)
Dunque ammettono che un incremento c'è. Leggiamo dopo (p.26):
"Sebbene i livelli STIMATI siano inferiori a quelli di legge, si
considera opportuno REALIZZARE OPERE DI CONTENIMENTO DELLA RUMOROSITA'
andandole a realizzare direttamente sugli eventuali ricettori
sensibili".
Che dire? E' evidente che queste opere, ovvero PANNELLI
FONOASSORBENTI, che verrebbero ovviamente applicati alle recinzioni
delle case abitate e simili, danneggerebbero enormemente il paesaggio,
la visuale degli abitanti, nonché di chiunque transiti in quelle zone,
illudendosi di trovare quel luogo incantato che vi era una volta!
E VENGONO COMPLETAMENTE OMESSI NELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO PAESAGGISTICO!
Per quanto più specificamente attiene al destino umano e di tutti i
viventi durante e dopo l'eventuale costruzione della strada, occupiamoci
ora degli espropri e dei lavori.
7) ESPROPRI.
Dall'elaborato del progetto ESPROPRI - ELENCO DITTE risulta che le
particelle soggette a esproprio sarebbero 127, mentre le persone
espropriate (dato che spesso molte posseggono insieme una singola
parcella e talora non si capisce esattamente, dal testo, quante siano)
dovrebbero essere 141. In tutto gli espropri riguardarebbero ben 63.100
mq di terreno.
Ma ciò non basta ai progettisti. Leggiamo infatti
nell'elaborato ESPROPRI - RELAZIONE SOMMARIA SUGLI ESPROPRI, datato al
novembre 2013, pag. 5:
"In relazione alle previsioni progettuali
dell'opera in oggetto, è necessario ai fini realizzativi l'acquisizione
di un'area di CIRCA 63.100 MQ (...) l'indennità di OCCUPAZIONE
TEMPORANEA (...) stabilisce che ai proprietari è dovuta una indennità
PER OGNI ANNO pari a un dodicesimo di quando sarebbe dovuto nel caso di
esproprio dell'area (...) Durante i lavori SARA' NECESSARIO OCCUPARE IN
MODO TEMPORANEO UNA SUPERFICIE PER LA VIABILITA' E LE AREE DI CANTIERE
PARI A QUELLE DA ESPROPRIARE PER UN PERIODO DI CIRCA 1 ANNO."
Dunque
non solo ci sarebbero espropri per 63.100 mq, pari a più di 6 ettari, e
rimborsati con pochi euro come chiunque può leggere nell'elaborato in
questione: ma, se leggiamo bene, una superficie altrettanto grande,
altri 63.100 mq, verrà tolta agli espropriati (o magari ai loro
confinanti) per ragioni "tecniche", ancor peggio ricompensata di quella
dei veri e propri espropri (un dodicesimo) e mantenuta fuori dalla
disponibilità dei proprietari per CIRCA UN ANNO, ovvero per chissà
quanti anni.
E' bene che i minacciati d'esproprio sappiano anche
questo, per avere ancora più voglia di difendersi da questo vero e
proprio ladrocinio. Ricordiamoci che si tratta di terreni coltivati col
sudore della fronte!
Osserviamo inoltre: laddove vi siano esigenze
di protezione all'interno di recinzioni, ad es. per animali
d'allevamento o di compagnia tenuti liberi nel loro recinto, come
potranno i lavori ricostruire prima di tutto i recinti stessi al confine
dell'esproprio - ciò che civiltà e legge vorrebbero - se allo stesso
tempo un terreno uguale a quello espropriato dovrà restare a
disposizione delle opere in corso?!
8) LAVORI.
Che ne sarà dunque degli esseri umani (e dei loro animali, coltivazioni e abitazioni) durante i lavori?
La Relazione descrittiva ci informa, pp. 32-33:
"Per l'esecuzione dei lavori è stato previsto l'utilizzo di un unico
cantiere operativo-logistico, in posizione centrale rispetto alla nuova
strada.
Nell'area prevista per il cantiere trovano sede i
baraccamenti, i depositi temporanei dei materiali, l'impianto di
frantumazione per i materiali provenienti dagli scavi, l'impianto per il
confezionamento del calcestruzzo e tutti gli altri strumenti necessari
alle diverse lavorazioni.
Durante le fasi di scavo, poiché la
formazione geologica individuata durante le fasi delle indagini ha
evidenziato la natura rocciosa del terreno, SI E' STABILITO DI
UTILIZZARE IDONEI MARTELLONI E/O MINE PER GLI SCAVI. Quindi, durante
l'esecuzione degli scavi e, in generale durante tutta l'esecuzione dei
lavori, dovranno essere previsti tutti gli accorgimenti del caso PER
EVITARE EVENTUALI DANNI A PERSONE O COSE CHE TALI ATTIVITA' POTREBBERO
IMPLICARE".
Verranno dunque usate MINE con grave pericolo per
persone, animali e cose, nonché, evidentemente, posizionati ESPLOSIVI
nel cantiere!
Poiché la strada attraversa luoghi abitati, possiamo
chiederci cosa potrebbe succedere: ad es. vibrazioni dall'effetto
pericolosissimo per le costruzioni e gli impianti, benessere animale e
soprattutto pericoli da esplosivi, sia durante il loro utilizzo, sia
durante il loro stoccaggio.
Davvero strano, che si faccia in questo modo un "lavoro di pubblica utilità".
N.B.: il rumore (impulsivo!) delle mine, nella valutazione del RUMORE, è stato completamente omesso.
7) SI' O NO ALLA STRAGE DEI COLLI?
Il progetto, in numerosi elaborati (per es. la Relazione descrittiva,
pag. 18), elenca, riferendosi non al PPTR ma al PUTT (in via di
superamento, com'è noto, grazie al recente e più severo PPTR) i seguenti
e vincolanti "obiettivi di tutela degli Ambiti Territoriali Estesi di
valore rilevante B" :
(tali ambiti, ossia TUTTI quelli minacciati dalla strada)
"non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del
loro stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori
sia stata rilasciata l'AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA (...);
non
possono essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione (...)
senza che per gli stessi sia stata rilasciata la ATTESTAZIONE DI
COMPATIBILITA' PAESAGGISTICA".
Quanto al PPTR, la Relazione descrittiva è obbligata a riconoscere 3 grandi problematiche (pag 21):
- VINCOLO IDROGEOMORFOLOGICO per un "brevissimo" tratto iniziale a est (Ulteriore Contesto);
- VINCOLO AMBIENTALE per un "breve" tratto iniziale a est, "area
ricoperta a BOSCO", e in altri tratti fasce di rispetto relative agli
AMBITI BOSCATI;
- VINCOLO ANTROPICO E STORICO-CULTURALE in ambiti
interessati dalla presenza di siti storico-culturali (BENI ARCHEOLOGICI,
s'intende) e delle relative fasce di rispetto, nonché PER TUTTA LA
STRADA inserimento in un contesto denominato "PAESAGGIO RURALE"
VINCOLATO.
Dopodiché (pag. 22) è ammesso dai progettisti il diritto
della Regione di pronunciarsi come AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA e/o
ACCERTAMENTO DI COMPATIBILITA' PAESAGGISTICA... E stop. Nulla su un
eventuale adattamento del progetto a quanto la Regione impone. Aspettano
e scaldano i motori degli autoarticolati.
Comitato per la Salvaguardia dell'Ambiente e del Territorio di Cisternino.
P.S.
Nel precedente incontro del nostro Comitato con la Regione Puglia
(28.11.13), la dott.ssa Lamacchia ci ha fatto presente che nel 2007 la
Regione aveva definito di "preminente rilevanza strategica", insieme ad
altre strade pugliesi, anche il completamento della Strada dei colli di
Cisternino.
Il riferimento era alla delibera n. 74 del 8.2.2007, poi citata e confermata nella delibera n. 1880 del 15.10.2009.
Vorremmo su ciò osservare quanto segue:
1) Dalla delibera n. 74 ("rilevanza strategica") sono trascorsi ormai ben 7 anni.
2) Essa comunque non si riferiva a nessuno dei due progetti poi presentati dal Comune di Cisternino.
3) La delibera n. 1880 del 2009 si riferiva invece al primo progetto
presentato e poi bloccato dal TAR in seguito a ricorso. Com'è noto una
decisione definitiva in merito è tuttora in sospeso.
4) Poiché il
secondo progetto, quello depositato dalla Giunta comunale di Cisternino
sotto forma di "presa d'atto" lo scorso 5.12.13, presenta le gravissime
criticità da noi segnalate, ancora peggiori di quelle del progetto
precedente bloccato dal TAR, e poiché comunque TALE SECONDO PROGETTO NON
ERA NOTO ALLA REGIONE né al momento della delibera n. 74 né a quello
della delibera n. 1880, E' IMPOSSIBILE, a ns. giudizio, che la Regione
si avvalga delle due delibere citate per approvare questo secondo
progetto.
5) Anche se esistesse una "rilevanza strategica" di una
strada dei colli purchessia, RESTA NECESSARIO valutare se essa possa
nascere COMUNQUE, anche cioè in presenza dell'enorme e irrecuperabile
danno che arrecherebbe al territorio, all'ambiente, al paesaggio. Cosa
resta di "strategico" e quindi positivo in un progetto del tutto
negativo? RINUNCIARVI PARREBBE L'UNICA SOLUZIONE, anche a fronte, ci
sembra, di una delibera vecchia di 7 anni e civilmente superabile.
6) Se tuttavia la Regione, volendo tener fermo ad ogni costo il
principio della strategicità, proponesse al Comune di Cisternino la
preparazione di un terzo progetto, facciamo notare che per i due
progetti precedenti è già stata spesa una somma rilevantissima, a cui
quella del terzo e magari non ultimo progetto si aggiungerebbe. E tutto
ciò, per giunta, in rapporto con la ditta Technital, di cui ci risulta
(dalla stampa di Verona) che si trovi indagata in più luoghi d'Italia.
7) Infine ricordiamo che, dalle delibere citate ad oggi, è successo
qualcosa di nuovo e fondamentale: ossia l'approvazione lo scorso 2.8.13,
da parte della Regione Puglia, del nuovo PIANO PAESAGGISTICO
TERRITORIALE REGIONALE, un eccezionale preziosissimo documento di tutela
del territorio, dell'ambiente, del paesaggio, delle nostre vite e della
specificità culturale, storica e umana della Puglia, a fronte del quale
qualsiasi difesa del progetto attualmente depositato diventa
INSOSTENIBILE.
8) Concludiamo suggerendo che, se l'utilità pubblica
affermata dalla Giunta di Cisternino consiste sostanzialmente nell'uso
dei 4 milioni di Euro stanziati per i lavori di una strada purchessia,
sarà certo possibile alla Regione Puglia suggerire e rendere
tecnicamente possibile alla Giunta stessa un diverso uso di tale somma,
seppur eventualmente ancora dedicata alla viabilità. Infatti tutto il
territorio di Cisternino, compresa la frazione di Casalini e sia in
ambito urbano che rurale, è caratterizzato da uno stato deplorevole
dell'asfalto, pieno di buche man mano tappate che si rinnovano a ogni
pioggia. Meglio ancora sarebbe poter dedicare almeno una parte rilevante
di tale somma ad opere ancora più urgenti, quali la mancanza di parte
della fognatura e dei marciapiedi nella frazione di Casalini.
INFINE
CHIEDIAMO ALLA REGIONE PUGLIA CHE LA ZONA DEI COLLI DI CISTERNINO, già
vincolata, POSSA DIVENTARE IL "PARCO NATURALE DEI COLLI CISTRANESI".
Comitato per la Salvaguardia dell'Ambiente e del Territorio di Cisternino
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