mercoledì 20 agosto 2014

il prefetto con il Comitato, l'intervista


Il Comitato del No alla Strada dei Colli, in una riunione tenuta la sera dell'11 agosto nella suggestiva Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, ha cooptato il prefetto Tommaso Blonda fra i suoi portavoce. Il giornalista Gabriele Invernizzi lo ha intervistato.



Questa sì che è una notizia: un prefetto che si mette a capo di una banda di “facinorosi”, come il vicesindaco di Cisternino ha definito quanti si oppongono al progetto della Strada dei Colli. Tommaso Blonda, che cosa l'ha spinta a scendere in campo?
" Non mi sono messo a capo, ma sono entrato nella banda dei “facinorosi”. Sì, da qualche tempo sono uno di loro, uno dei tanti che si oppongono a questo progetto senza senso, e adesso scendo in campo perché condivido le loro preoccupazioni sulla inutilità e soprattutto sul danno che ne può derivare per la comunità."
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domenica 10 agosto 2014

Distruzione del Paesaggio Storico, sviluppo miope e una falsa idea di modernizzazione

L'intervistato è Alberto Magnaghi, architetto urbanista, professore emerito dell'Università di Firenze. L'intervistatore è Gabriele Invernizzi, giornalista.

Professor Magnaghi, lei è stato il coordinatore scientifico del Pptr, il Piano paesaggistico territoriale della regione Puglia. Il suo papà, insomma... Qual è stata l'idea di fondo che ha ispirato questo piano che oggi viene considerato un modello da seguire, non solo  in Italia ma anche in Europa?
L'idea di fondo del Piano, che applica creativamente il Codice dei beni culturali e del paesaggio e la Convenzione europea del paesaggio, è una interpretazione identitaria e patrimoniale del paesaggio regionale. E' una interpretazione non solo finalizzata allo sviluppo dell'economia turistica (che in molti casi consuma risorse e distrugge paesaggio) ma è assunta come insieme di “elementi costruttivi” (ambientali, territoriali, paesaggistici, produttivi, culturali, artistici) che vanno messi in valore per elaborare un nuovo modello di sviluppo endogeno e durevole: un modello che punta allo sviluppo di un “pensiero meridiano” che sappia interpretare i propri valori identitari come risorse collettive utili a elevare la qualità della vita producendo beni utili al mondo e, dunque, ricchezza durevole. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio ci impone di trattare i valori paesaggistici di tutto il territorio regionale, dunque non solo le eccellenze paesaggistiche ma anche la riqualificazione delle aree degradate, le periferie, le zone industriali, le aree dell'abbandono e così via. In altre parole, si tratta di progettare l'elevamento della qualità dei “mondi di vita della popolazione”, così come la Convenzione europea interpreta il paesaggio, attraverso la cura e la reinterpretazione innovativa dei suoi giacimenti patrimoniali.
Più in concreto che cosa significa?

venerdì 8 agosto 2014

Smentite e dietrofront, cose già viste! Il vicesindaco e il giornalista.

da Gabriele Invernizzi
Se io telefono al signor Taldeitali e insieme al mio nome gli dico che sono un giornalista e che vorrei fargli un'intervista; se mi presento all'ora e nel luogo da lui proposti e una volta seduti l'uno davanti all'altro dispongo sul tavolo che ci separa il quaderno sul quale mi sono già appuntato le domande che intendo fare; se sotto i suoi occhi trascrivo sullo stesso quaderno le risposte che lui mi dà: ecco, tecnicamente parlando questa è un'intervista. Ho passato una vita a fare interviste e so cos'è un'intervista. Come pure so che ogni tanto capita che chi ha rilasciato un'intervista, dopo che se l'è letta e si è dato del coglione, comincia a strillare che lui non ha mai rilasciato quell'intervista, e che comunque è stato frainteso e che lui ha parlato tanto per parlare, eccetera. Tecnicamente parlando questa è una smentita. Di solito la smentita non smentisce un bel niente, ma non importa, quel che conta è poter dire che si è smentito. Qualche rara volta la faccenda finisce persino in tribunale, ma non porta a niente. Il giornalista, che deve fare i conti con un codice deontologico piuttosto severo, non è così fesso da inventarsi un'intervista o da non poter dimostrare che l'intervistato ha veramente detto quello che lui ha trascritto. Al signor Vito Zizzi, avvocato e vicesindaco di Cisternino, io ho dunque fatto un'intervista. Che lui adesso smentisce. Io invece la confermo. Parola per parola, sono tutte parole di Vito Zizzi. Anzi: quasi tutte. Perché gli insulti e gli improperi da lui indirizzati ai membri del Comitato del No, come pure i giudizi sprezzanti sulla competenza del professor Alberto Magnaghi, ho preferito riportarli solo in minima parte. E per me la faccenda si chiude qui. Anzi: no. In tante interviste che ho fatto in tanti anni di professione, in Italia e in giro per il mondo, non mi è mai capitato di vedere chiamata in causa la mia identità (a proposito: sì, sono proprio un giornalista iscritto all'Ordine nazionale dei giornalisti, categoria professionisti) e tantomeno la mia vita privata, compreso il mio stato civile. A Cisternino invece sì. Vito Zizzi e i suoi sicofanti.si sono attaccati anche a questo. Non riescono a concepire che un giornalista rappresenti l'opinione pubblica, e non la propria moglie. E che, se il progetto della Strada dei Colli è una vergogna, io ho il diritto e il dovere di denunciarlo.

Puntuale del vicesindaco a chi bisogna credere? Al politico che come al solito si rimangia le parole oppure al giornalista che conferma domande e risposte? 
Ecco la smentita: 

dal profilo fb del vicesindaco Vito Zizzi:
STRADA DEI COLLI: ULTIMO ATTO
Per ripristinare la verità


domenica 3 agosto 2014

Quelli del comitato sono dei facinorosi e l'urbanista padre del Pptr Puglia, Magnaghi, non sa nulla.


Intervista al vicesindaco di Cisternino avv.Vito Zizzi Alle ore 19,35 di venerdi 25 luglio 2014, Vito Zizzi, vicesindaco di Cisternino con delega di assessore ai Lavori Pubblici, ha ricevuto il cronista nel suo studio di avvocato in Cisternino, Via Roma 92, che ospita la moglie, anche lei avvocato, e ha rilasciato la seguente intervista esclusiva attorno alla nota questione della Strada dei Colli, che da mesi, anzi da anni ormai, toglie il sonno a molte persone, compreso lui.  

Vicesindaco Zizzi, si figuri che ho trovato nel web, e più precisamente nel sito Vox Vici, una sua nota in cui lei affermava che il nuovo progetto della Strada dei Colli avrebbe dovuto essere “concertato e condiviso” tra tutte le parti in causa, e in primis con il Comitato del No alla Strada dei Colli. Questo lei affermava in data 26 maggio 2011. Ma in questi tre anni non è stato concertato e condiviso proprio un bel niente. Perchè ha cambiato idea?

Io? Io non ho cambiato idea. Sono stati quelli del Comitato che, dopo avere chiesto un incontro con il Comune e dopo che gli avevamo proposto una data, sono spariti, non si sono più fatti sentire... 

Mi consenta, avvocato: voi di fatto avevate proposto una data che a loro risultava improponibile per il buon motivo che cadeva alla vigilia della loro manifestazione del 27 aprile, e quindi avevano chiesto un rinvio. Ma rinvio non c'è stato. E suppergiù lo stesso è accaduto con il referendum... 

Il referendum? Ma il referendum noi l'abbiamo persino approvato, e questo proprio grazie al sottoscritto. Però c'era una difficoltà. E' che su questa questione specifica della Strada dei Colli, essendo l'opera già in opera, il referendum non si può fare. Perchè se vincesse il No,visto che essendo in opera sono già stati spesi e stanziati dei fondi, chi li pagherebbe? 

Capisco. Veniamo al dunque. A che punto siamo con questa Strada dei Colli?