Giovedi 6
febbraio una delegazione in rappresentanza del Comitato per la Salvaguardia
dell’ambiente e del Territorio e degli espropriati dal progetto di “strada dei
colli” incontrerà l’Assessore alla Qualità del Territorio Angela
Barbanente.
Forti dell’ampia partecipazione avutasi all’assemblea cittadina del 25 gennaio, illustreremo le ragioni che ci spingono ad opporci con forza al nuovo progetto.
Ci sembra che a livello regionale, con l’approvazione del PPTR e non solo, si cerchi di imprimere un cambiamento nell’idea di tutela dell’ambiente e del paesaggio, visti come risorsa da valorizzare, e non come ostacolo all’economia.
Appare chiaro però che a livello locale i nostri amministratori abbiano grosse difficoltà a recepire questi input, e restino legati ad una concezione arcaica dello sviluppo economico, che assomiglia più al saccheggio.
E’ questa l’idea che viene in mente immaginando la realizzazione di quest’opera: un immenso cantiere largo 200 metri in cui per effettuare gli sbancamenti necessari a livellare il suolo si prevede addirittura il ricorso all’uso delle mine fra olivi (500 espiantati, più altrettanti fragni, lecci, mandorli) case, campi e zone archeologiche.
I colli di Cisternino, uno dei pochi lembi di territorio della nostra regione ancora preservati da scempi ambientali, in cui l’armonia tra le attività rurali, le potenzialità legate al turismo, la bellezza del paesaggio appaiono a tutti come una ricchezza inestimabile, verrebbe ad essere stravolto con l’unica motivazione di dover utilizzare il finanziamento disponibile per la realizzazione dell’opera. Perché è questa ormai l’unica argomentazione ancora sostenuta dai fautori, per noi irresponsabili, di questo scellerato progetto.
Forti dell’ampia partecipazione avutasi all’assemblea cittadina del 25 gennaio, illustreremo le ragioni che ci spingono ad opporci con forza al nuovo progetto.
Ci sembra che a livello regionale, con l’approvazione del PPTR e non solo, si cerchi di imprimere un cambiamento nell’idea di tutela dell’ambiente e del paesaggio, visti come risorsa da valorizzare, e non come ostacolo all’economia.
Appare chiaro però che a livello locale i nostri amministratori abbiano grosse difficoltà a recepire questi input, e restino legati ad una concezione arcaica dello sviluppo economico, che assomiglia più al saccheggio.
E’ questa l’idea che viene in mente immaginando la realizzazione di quest’opera: un immenso cantiere largo 200 metri in cui per effettuare gli sbancamenti necessari a livellare il suolo si prevede addirittura il ricorso all’uso delle mine fra olivi (500 espiantati, più altrettanti fragni, lecci, mandorli) case, campi e zone archeologiche.
I colli di Cisternino, uno dei pochi lembi di territorio della nostra regione ancora preservati da scempi ambientali, in cui l’armonia tra le attività rurali, le potenzialità legate al turismo, la bellezza del paesaggio appaiono a tutti come una ricchezza inestimabile, verrebbe ad essere stravolto con l’unica motivazione di dover utilizzare il finanziamento disponibile per la realizzazione dell’opera. Perché è questa ormai l’unica argomentazione ancora sostenuta dai fautori, per noi irresponsabili, di questo scellerato progetto.
Noi riteniamo invece che i soldi pubblici vadano utilizzati per opere che vadano realmente incontro agli interessi della collettività.
Fiduciosi di
trovare nell’Assessore Barbanente un interlocutore attento, facendoci
portavoce delle migliaia di persone che stanno firmando la petizione contro la
“strada dei colli”, chiederemo che venga fatto tutto il possibile per fermare
la realizzazione di questa opera nefasta, e che la Regione Puglia assuma una
posizione di contrarietà netta al nuovo progetto.
Comitato per la
salvaguardia dell’ambiente e del territorio di Cisternino
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