sabato 14 marzo 2015

Redditività del progetto "Strada dei Colli" ecco lo studio:


Abbiamo ricevuto il documento elaborato dall' ingegnere Ernesto Cavuoti (già docente di "Costruzione di Strade, Ferrovie ed Aeroporti, Tecnica ed Economia delle infrastrutture viarie, Gestione, Manutenzione e Sicurezza Stradale presso il Politecnico di Bari) e come volevasi dimostrare l'opera si conferma inutile e una vera truffa ai danni della collettività. Le conclusioni tratte dal Prof. Cavuoti sono le seguenti:


“ .........l’ indice ( di redditività) risulta negativo perché i benefici attesi dalla realizzazione del
progetto sono minori (di molto) del capitale investito”;
“...... i benefici apportati dalla nuova realizzazione per diminuita incidentalità sono da considerare
nulli”.

Inoltre Il Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio di Cisternino, nell’esprimere plauso e soddisfazione per il nuovo Piano Paesaggistico Regionale, prende atto delle nuove normative che introducono parametri e “visioni” che mettono totalmente fuori gioco la progettata Strada dei Colli.
Per tanto, in linea con le conclusioni del prof. Cavuoti, il Comitato auspica che il Progetto venga finalmente ritirato dall’ Amministrazione di Cisternino e che le relative risorse economiche vengano impiegate in opere che producano benefici alla comunità.




domenica 1 marzo 2015

Un piano per salvare la Puglia "bene comune" di Gabriele Invernizzi

ph. Francesco Carparelli

Intervista a Angela Barbanente vicepresidente della Regione Puglia

di Gabriele Invernizzi

Lunedi 16 febbraio la Giunta regionale pugliese ha approvato il Pptr, Piano paesaggistico territoriale regionale. Sull'importanza e il significato di questo evento il giornalista Gabriele Invernizzi ha intervistato Angela Barbanente, vicepresidente della Regione e assessore all'Assetto del territorio.

Signora Barbanente, può spiegarci in poche parole che cos'è un Pptr?
E' un piano paesaggistico finalizzato alla conoscenza, tutela, valorizzazione e riqualificazione del paesaggio, approvato in attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 e conforme alla Covenzione europea del paesaggio adottata a Firenze nel 2000 e ratificata dal Parlamento italiano nel 2006.

Tutte le regioni italiane devono dotarsi di questo strumento di governo del territorio, ma la sola Puglia per ora l'ha fatto. Tanto zelo si spiega soltanto con una particolare sensibilità della giunta Vendola oppure cela anche un'urgenza dettata dalla gravità dei problemi del territorio pugliese?
C'erano entrambe le ragioni. Già nel presentare il programma di governo, nel giugno 2005, il presidente Vendola aveva parlato di un nuovo ciclo di sviluppo attraverso la valorizzazione delle risorse materiali e immateriali, costituite da  donne, uomini, giovani e dai beni ambientali e culturali del territorio. Il nuovo ciclo doveva investire tutti i settori produttivi: dal settore agricolo, che prevedeva un modello di sviluppo basato non solo su una maggiore e migliore produzione ma soprattutto sulla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle politiche di tutela e salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio; al settore turismo, per il quale si prefigurava un rilancio incentrato su tutela dell'ambiente, valorizzazione del patrimonio culturale e integrazione nell'area del Mediterraneo. Intanto in Puglia è cresciuta la consapevolezza collettiva della gravità dei problemi ambientali prodotti dalla politica dei poli industriali promossa dalla Cassa per il Mezzogiorno, con l'Ilva di Taranto o la centrale a carbone di Cerano, insieme al dissesto idrogeologico e all'erosione costiera provocati dalla urbanizzazione selvaggia dei versanti, delle aree naturali, dei litorali e dei corsi d'acqua superficiali e sotterranei.

E' dunque evidente che il Pptr avrà un forte impatto sul piano economico. A quali modelli di sviluppo vi siete ispirati?
A modelli autosostenibili e durevoli che fondano le prospettive di sviluppo sulla salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio territoriale e paesaggistico, inteso quale bene collettivo prodotto nei tempi lunghi della storia e nel quale si intrecciano indissolubilmente natura e cultura, risorse materiali e immateriali,
compresa la sfera sociale e culturale e la capacità dei soggetti di attivarsi e autoganizzarsi.

Le ho fatto questa domanda pensando a quanto accade in Val d'Itria, dove un gioiello paesaggistico come i Colli di Cisternino è minacciato dall'insensato progetto di farci passare una nuova strada: ancora asfalto e cemento, e in prospettiva nuove case “a schiera”, alberghi e magari campi da golf e tutto quanto va insieme alla solita speculazione edilizia. Il vostro Pptr rappresenterà un baluardo capace di allontanare queste minacce?
Il Pptr è stato concepito proprio per evitare tali minacce agendo su un doppio fronte. Un fronte è la tutela, appunto, dei “gioielli paesaggistici” come i Colli di Cisternino che vengono descritti nell'Atlante del patrimonio e nelle Schede d'ambito molto più accuratamente di quanto faceva il vecchio Piano paesaggistico. Il secondo fronte è quello delle scenario strategico, prima del tutto assente, che assume i valori patrimoniali del paesaggio pugliese e li traduce in obiettivi di trasformazione per contrastare le tendenze di degrado e costruire le precondizioni di forme di sviluppo locale socioeconomico autosostenibile mediante progetti territoriali regionali, linee guida, progetti integrati.

La lotta contro questa famigerata Strada dei Colli ha dato per la prima volta una voce a migliaia di cittadini, dai giovani ai vecchi agricoltori, che non si limitano a dire “no!” e chiedono progetti di sviluppo alternativi, dall'agricoltura biologica al turismo sostenibile, dai parchi naturali al paesaggio come “bene comune”. Nel vostro Pptr vi è traccia di tutto questo?
Il Pptr, nel suo Scenario strategico, comprende cinque progetti territorali che, supportati anche da coerenti programmi di finanziamento, intercettano tutti i progetti di sviluppo come quelli che vengono richiesti dai cittadini di Cisternino che si oppongono alla Strada dei Colli.

Ci può descrivere questi cinque progetti?
Uno è la Rete Ecologica Regionale, per rafforzare le relazioni con le politiche di conservazione della natura e tutela della biodiversità. Due, il Sistema Infrastrutturale per la Mobilità Dolce, per rendere fruibili i paesaggi regionali sia per gli abitanti che per il turismo escursionistico, enogastronomico, culturale e ambientale, grazie a una rete integrata di mobilità ciclopedonale, ferroviaria e marittima che recupera strade panoramiche, sentieri, tratturi, ferrovie minori, stazioni, attracchi portuali. Tre, il Patto Città-Campagna per rafforzare le funzioni pregiate delle aree rurali e riqualificare i margini urbani. Quattro, la Valorizzazione e Riqualificazione integrata dei pasaggi costieri. Cinque, i Sistemi Territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici...

Peccato che la vostra giunta si avvicini alla fine del mandato... Ma il Pptr risulterà vincolante anche per i nuovi governi? 
Finchè resterà in vigore così come è stato approvato, certo che risulterà vincolante. Ovviamente un piano può sempre essere cambiato... Ma difendere questo Pptr non spetta solo alla Regione, ma anche a tutti coloro che ne condividono la visione e la strategia. Per renderlo ancora più profondamente patrimonio comune e garantirne un'attuazione efficace, occorrerà bilanciare sapientemente l'applicazione delle norme volte alla regolazione e al controllo delle trasfiormazioni, con l'uso degli strumenti volti a promuovere la qualità del paesaggio e la valorizzazione dei patrimoni identitari della Puglia attraverso gli strumenti della produzione sociale del paesaggio...

Come?
Dando impulso alla progettualità locale... Incentivando l'uso degli strumenti di democrazia partecipativa per la comunicazione sociale e l'arricchimento delle conoscenze sul patrimonio paesaggistico... Promuovendo forme di co-progettazione locale per sviluppare la coscienza di luogo e la cura del territorio...

Ha visto che cosa è successo in Toscana? Lì il Pptr non è stato ancora approvato e già il Pd, che pure è al governo della regione, ha proposto un maxiemendamento per trasformare le sue direttive “vincolanti” in semplici “indirizzi”. Anche il Pptr pugliese va incontro a rischi del genere?
Il nostro Piano ormai è stato approvato e quindi non vi è un rischio di maxiemendamento. Tuttavia anche noi abbiamo attraversato momenti di vivace contraddittorio sul sistema delle tutele, degenerato in aspra polemica nei giorni immediatamente successivi all'adozione, nell'agosto del 2013. Il fatto che non si fosse in vigilia di elezioni, com'è la Toscana oggi, ci aveva consentito di superare le tensioni grazie a un intenso confronto con le parti politiche, gli enti locali, i produttori di paesaggio, le associazioni e i cittadini, in innumerevoli incontri in giro per la Puglia. E' stato un lavoro faticoso che ha rischiesto molta tenacia e pazienza, ma che ha consentito di superare l'impasse solo con qualche lieve modifica che non ha snaturato la filosofia e il rigore del nostro Piano.