venerdì 8 agosto 2014

Smentite e dietrofront, cose già viste! Il vicesindaco e il giornalista.

da Gabriele Invernizzi
Se io telefono al signor Taldeitali e insieme al mio nome gli dico che sono un giornalista e che vorrei fargli un'intervista; se mi presento all'ora e nel luogo da lui proposti e una volta seduti l'uno davanti all'altro dispongo sul tavolo che ci separa il quaderno sul quale mi sono già appuntato le domande che intendo fare; se sotto i suoi occhi trascrivo sullo stesso quaderno le risposte che lui mi dà: ecco, tecnicamente parlando questa è un'intervista. Ho passato una vita a fare interviste e so cos'è un'intervista. Come pure so che ogni tanto capita che chi ha rilasciato un'intervista, dopo che se l'è letta e si è dato del coglione, comincia a strillare che lui non ha mai rilasciato quell'intervista, e che comunque è stato frainteso e che lui ha parlato tanto per parlare, eccetera. Tecnicamente parlando questa è una smentita. Di solito la smentita non smentisce un bel niente, ma non importa, quel che conta è poter dire che si è smentito. Qualche rara volta la faccenda finisce persino in tribunale, ma non porta a niente. Il giornalista, che deve fare i conti con un codice deontologico piuttosto severo, non è così fesso da inventarsi un'intervista o da non poter dimostrare che l'intervistato ha veramente detto quello che lui ha trascritto. Al signor Vito Zizzi, avvocato e vicesindaco di Cisternino, io ho dunque fatto un'intervista. Che lui adesso smentisce. Io invece la confermo. Parola per parola, sono tutte parole di Vito Zizzi. Anzi: quasi tutte. Perché gli insulti e gli improperi da lui indirizzati ai membri del Comitato del No, come pure i giudizi sprezzanti sulla competenza del professor Alberto Magnaghi, ho preferito riportarli solo in minima parte. E per me la faccenda si chiude qui. Anzi: no. In tante interviste che ho fatto in tanti anni di professione, in Italia e in giro per il mondo, non mi è mai capitato di vedere chiamata in causa la mia identità (a proposito: sì, sono proprio un giornalista iscritto all'Ordine nazionale dei giornalisti, categoria professionisti) e tantomeno la mia vita privata, compreso il mio stato civile. A Cisternino invece sì. Vito Zizzi e i suoi sicofanti.si sono attaccati anche a questo. Non riescono a concepire che un giornalista rappresenti l'opinione pubblica, e non la propria moglie. E che, se il progetto della Strada dei Colli è una vergogna, io ho il diritto e il dovere di denunciarlo.

Puntuale del vicesindaco a chi bisogna credere? Al politico che come al solito si rimangia le parole oppure al giornalista che conferma domande e risposte? 
Ecco la smentita: 

dal profilo fb del vicesindaco Vito Zizzi:
STRADA DEI COLLI: ULTIMO ATTO
Per ripristinare la verità



Considero insopportabile ed inaccettabile l'abitudine di distorcere il senso ed il significato delle parole riferite, soprattutto quando la verità delle cose è negli atti formali e nei fatti che si compiono.

Non ho mai avuto timore a manifestare i miei pensieri e le mie idee: la mia storia personale, professionale e politica è chiara e non lascia dubbi in proposito.
Negli ultimi anni, purtroppo mio malgrado, mi trovo a dovermi misurare con ipocrisie e menzogne alle quali non ero affatto abituato.

Non ho rilasciato alcuna intervista al sig Invernizzi: come avevo già fatto in altre precedenti occasioni nelle quali il sig. Invernizzi mi aveva contattato per espormi esigenze personali relativi ad un suo trullo, “lambito” (sue parole) dalla Strada dei Colli, anche questa volta ho concesso (come ad ogni persona che me ne fa richiesta) la mia disponibilità ad un colloquio personale.
Le opinioni da me espresse in tale colloquio (che io ritenevo riservato e che solo verso il termine mi è stato prospettato quale intervista) non corrispondono al significato distorto che ne è stato poi offerto.

Per l’ennesima (e spero ultima) volta ribadisco le mie personali valutazioni in merito alla strada dei colli:

- NON SI TRATTA (come falsamente diffuso e fatto diffondere, anche su giornali a tiratura nazionale, da alcuni sostenitori del comitato No alla Strada dei colli , creando fuorviante allarmismo e legittima preoccupazione) DI UNA STRADA DI 20 KM, MA DI APPENA M 4.750 (MENO DI 5 Km);

- NON SI TRATTA DI UNA NUOVA STRADA MA DI AMPLIAMENTO CON UTILIZZO DEL SEDIME ESISTENTE (per il 77%) E MESSA IN SICUREZZA: peraltro tale ampliamento in alcuni tratti è di proporzioni davvero esigue o addirittura inesistente (perché l’esistente è già superiore al necessario es. zona Martellato) ;

- NON SI TRATTA DI STRADA LARGA m 11,5 O ADDIRITTURA 15, come si è falsamente affermato da parte di alcuni tenaci sostenitori del comitato No alla Strada dei colli; l’ultima variazione di progetto, prevede UNA STRADA LARGA APPENA m 6.5, compresa la banchina (in quanto i canali di scolo vengono realizzati con un sistema ingegneristico già utilizzato in altre opere pubbliche, es. alcuni tratti della circonvallazione realizzata di recente a Locorotondo);

- NON SI ESTIRPANO 521 ULIVI SECOLARIi: dalla stima fatta appositamente effettuare è emerso che GLI ULIVI SECOLARI SONO SOLO 11, MENTRE 366 SONO GLI ULIVI DI PICCOLA E MEDIA DIMENSIONE; tali ulivi verranno comunque reimpiantati negli stessi terreni, laddove sarà indicato dai proprietari;

- NON HO AFFATTO AFFERMATO CHE IL COMITATO "NO ALLA STRADA DEI COLLI" E' UN GRUPPO DI FACINOROSI: ho soltanto detto ed inteso dire che spesso il comportamento di alcuni componenti è da stigmatizzare perchè spesso alcuni componenti del comitato, i più ostinati sostenitori del no, diffondono menzogne, stravolgono la realtà dei fatti e strumentalizzano il tutto solo per fini personali, per tutelare il proprio orticello e salvaguardare il proprio personale interesse (economico o politico che sia); MAI HO RITENUTO O SOLO PENSATO CHE I COMPONENTI DEL COMITATO FOSSERO PERSONE VIOLENTE O POTESSERO INDURRE ALLA VIOLENZA O LASCIARSI ANDARE A MANIFESTAZIONI VIOLENTE.

- NON HO AFFATTO AFFERMATO DI NON CONOSCEREI SIGG.RI SOLETI, MICCOLI E SEMERARO, quali rappresentanti del “fantomatico comitato del si” (come in modo dispregiativo definito dal sig. Invernizzi il comitato i questione): sarebbe stato davvero da folli, stante il ruolo di ex amministratori di alcuni di essi e di componenti del mio stesso partito di altri.

- NON HO AFFATTO AFFERMATO CHE IL PROF. MAGNAGHI “NON CONOSCE QUELLO DI CUI PARLA”: Come ho già affermato in diverse occasioni, anche pubbliche, ho ripetuto che la Strada dei Colli è stata progettata nel rispetto delle norme di salvaguardia del PPTR; ho aggiunto che se il prof. Magnaghi -che probabilmente non conosce l’attuale progetto della strada dei colli- venisse in queste zone, cosa che auspicherei facesse, sarei disponibile a fargli conoscere il territorio e le esigenze del territorio, ad illustrargli il progetto e, come ritenuto dalla Regione Puglia, l’importanza strategica del progetto stesso per lo sviluppo economico di questo territorio.

- ho ripetuto per l’ennesima volta che non è possibile destinare i fondi stanziati per il completamento della strada dei colli, ad altre opere e che anche l’assessore Barbanente (che pure in un primo momento aveva accarezzato tale ipotesi) ha dovuto ricredersi e convenire sulle indicazioni dei competenti uffici regionali, circa la impossibilità di una diversa destinazione. Per questo ho ribadito che ove fosse stata effettivamente (non a parole) possibile una diversa destinazione dei fondi, io personalmente avrei senz’altro convenuto su una diversa destinazione

- quanto alle spese sostenute per il viaggio a Verona, è tutto documentato negli atti amministrativi: il Comune ha rimborsato le spese di viaggio, tutto il resto è stato a nostre spese.

Quanto alla Technital mi sono limitato a ricordare (a chi fa finta di non saperlo) che la ditta è vincitrice di una gara d’appalto indetta dalla scorsa amministrazione (della quale non facevo parte) e di conseguenza non è possibile oggi revocare l’incarico per affidarlo ad altri.

Nell’augurarmi definitivamente chiuso anche questo ulteriore increscioso e fuorviante capitolo, invito tutti quanti alla correttezza nei propri comportamenti ed al rispetto di chi ha una idea diversa dalla propria.

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