mercoledì 20 agosto 2014

il prefetto con il Comitato, l'intervista


Il Comitato del No alla Strada dei Colli, in una riunione tenuta la sera dell'11 agosto nella suggestiva Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, ha cooptato il prefetto Tommaso Blonda fra i suoi portavoce. Il giornalista Gabriele Invernizzi lo ha intervistato.



Questa sì che è una notizia: un prefetto che si mette a capo di una banda di “facinorosi”, come il vicesindaco di Cisternino ha definito quanti si oppongono al progetto della Strada dei Colli. Tommaso Blonda, che cosa l'ha spinta a scendere in campo?
" Non mi sono messo a capo, ma sono entrato nella banda dei “facinorosi”. Sì, da qualche tempo sono uno di loro, uno dei tanti che si oppongono a questo progetto senza senso, e adesso scendo in campo perché condivido le loro preoccupazioni sulla inutilità e soprattutto sul danno che ne può derivare per la comunità."
...

Per i Pugliesi, e non solo loro, lei resta il famoso prefetto Blonda. Ci ricordi la sua carriera di alto funzionario dello Stato.
" Più che “famoso”, io credo di essere un prefetto “ricordato” dalla gente tra cui ho svolto il mio ruolo. E la ragione di questo ricordo è che, invece di studiare da consigliere di Stato o addirittura da ministro, ho sempre agito secondo quello che la gente si aspettava da me. La mia vita da prefetto è cominciata nel 1990, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e tre anni dopo, su mia richiesta, a Matera, città che da alcuni anni era preda del crimine organizzato. Coordinando l'intervento degli organi dello Stato con la magistratura e le istituzioni locali, abbiamo sconfitto definitivamente la malavita. E dopo Matera, per tre anni a Parma: sempre tra le istituzioni e la gente, perché qui c'era da dare l'avvio all'organizzazione informatica e da realizzare due importanti opere pubbliche: la circonvallazione della città, nella direttrice della via Emilia, e il completamento della strada di fondovalle Parma-Berceto. Quindi due anni a Catania, dove c'era il problema delle discariche gestite dalla criminalità organizzata. E qui penso di avere corso qualche rischio personale, molto più che a Matera... E poi c'era la questione del controllo degli appalti pubblici, che si risolse con l'annullamento di quattro appalti miliardari, e vertenze come quella che bloccò per diversi giorni l'aeroporto militare di Sigonella e quella degli autotrasportatori che nell'ottobre del 1998 impedirono lo scambio delle merci da e per la Sicilia."

E infine Bari, la “sua” Bari...
" Sì, quella più ricordata, soprattutto dalle associazioni del territorio, perchè qui è stata più forte la mia presenza tra la gente, con le conferenze istituzionali in tutti i quartieri della città, i subcomitati per la sicurezza nelle zone nevralgiche della provincia, le iniziative a favore delle categorie deboli, i tavoli interetnici e interreligiosi. Da ultimo Taranto, al momento del dissesto del Comune che fu il prodromo delle vicende più note e drammatiche di questi ultimi anni."

E improvvisamente Cisternino dove, invece di godersi una meritata pensione, lei si va schierare con il Comitato del No. Quali sono le ragioni che l'hanno spinta compiere questa scelta clamorosa?
" Non così “improvvisamente”. Cisternino è il mio paese d'origine e anche stavolta mi è scattato dentro il meccanismo di rispondere a “quello che la gente si aspetta” da me. La mia indignazione è venuta maturando nel tempo, e non è cominciata con la Strada dei Colli. Un giorno, in spiaggia, ho sentito il signore dell'ombrellone di fianco che faceva questa riflessione: “La Terra? La Terra è ciò che i nostri figli ci hanno lasciato in prestito”. E ha aggiunto, mi pare, che era un detto dei pellerossa Comanci... Ora, a Cisternino, sulla via di Fasano, stanno costruendo un centro di raccolta rifiuti che è in stretta adiacenza, direi sulla porta accanto a una florida, pluridecennale azienda casearia. Una follia... E sempre sulla via di Fasano, erano in programma 42 capannoni artigianali e commerciali che sarebbero stati inseriti tra 42 abitazioni di residenti e non... La prima vicenda sarà discussa davanti al Consiglio di Stato il prossimo mese di febbraio. La seconda è stata bloccata dalle osservazioni formali presentate da alcuni cittadini alla Regione Puglia, che poi non ha concesso autorizzazioni e deroghe. Ecco, io mi sono occupato di entrambe le vicende... E adesso c'è questa faccenda della Strada dei Colli, che è un percorso viario di asfalto e cemento che andrebbe a squarciare un comprensorio paesaggistico intatto, fra i più belli e caratteristici, a ridosso del crinale che si affaccia sul verde della distesa degli ulivi e sull'azzurro del mare. Dopo il saccheggio della Valle d'Itria, tollerato per decenni, e dopo la cementificazione sistematica delle periferie di Cisternino, che è ancora in corso, adesso la “politica” vuole affondare gli artigli nel cuore stesso del nostro paesaggio. Sarebbe la fine. E' ora di dire basta. E' ora di agire per impedire questo ultimo scempio."

Cosa pensa di fare?
" Dobbiamo impedire che la Regione rilasci autorizzazioni e deroghe. E disponiamo di numerosi e assai forti argomenti da proporle. Si tratta di osservazioni che anche se non sono contemplate nel procedimento amministrativo, pur nella modestia della loro informalità hanno un significato autenticamente politico in quanto provengono da migliaia di persone che, dentro e fuori del Comitato, gridano con decisione il loro No. Ormai sono quasi quattromila i cittadini che hanno firmato l'appello del Comitato. E questo significa - lo voglio dire – che qui sta accadendo un grande fatto di pratica democratica voluto dalla gente che nel territorio vive e pensa, discute e decide azioni concordi per un obiettivo comune. E' un bell'inizio e io mi ci trovo bene..."
Adesso che alla testa del Comitato del No c'è un uomo delle istituzioni come lei, non pensa che le istituzioni presteranno un orecchio più attento?
" Io penso che non dovrebbe mai essere l'uomo solo al comando che determina soluzioni e risultati. Penso che da questo insieme di pensieri e volontà verrà fuori un discorso che sarà ascoltato dagli organi regionali che a breve potranno definire e chiudere questa ormai annosa e scabrosa vicenda."
La Regione Puglia si sta dotando di un Piano paesaggistico territoriale, il Pptr, che non contempla certo nuove strade per la Murgia dei Trulli, e nemmeno la cementificazione di quelle vecchie. Eppure, mi sembra che la stessa Regione sia disposta ad accettare le tante “deroghe” al Pptr richieste dal Comune di Cisternino per poter realizzare la Strada dei Colli.
" Ho letto la relazione generale del Pptr e ne condivido filosofia, contenuti, prospettive e metodiche. Mi sembra che il Piano costituisca un appropriato e ineludibile ritorno ad alcune essenzialità da gran tempo disattese sul piano privato come su quello pubblico: per esempio, il tutt'uno di uomo e terra, il loro rapporto identitario e l'istinto di conservazione che deve portare a prenderci “cura” della terra. E poi, alcuni passaggi di metodo, come la partecipazione dei cittadini alla gestione dell'ambiente-paesaggio, con l'esclusione perentoria degli interessi sinora dominanti, e la visione di un ambiente-paesaggio come valore e risorsa economica, e non come bene da consumare e distruggere. Credo e spero che gli interessi dominanti, che ancora esistono e sono potenti, non riusciranno a bloccare questo bellissimo progetto politico." 

Ma voi di quali strumenti disponete per opporvi a questi “strumenti dominanti”?
" Come ho già detto, noi proporremo alla Regione con chiarezza e forza i vecchi e nuovi argomenti che rendono impraticabile la Strada dei Colli, questo mostro che è assurdo anche alla luce delle regole del Putt regionale in vigore, le quali individuano nella zona delle incompatibilità di natura faunistica, agricola e idrogeologica. Sotto questo aspetto, la chilometrica asfaltificazione e cementificazione introdurranno nell'area rischi di allagamento dei quali il territorio di Cisternino è sempre stato immune, grazie al diffuso sistema di doline che Madre Natura gli ha concesso. E mi lasci dire che mi sembrerebbe francamente assurda la concomitanza tra l'adozione di un gioiello come il Pptr
e l'adozione di un mostro come la Strada dei Colli, che rappresenta tutto quello che il nuovo Piano vuole evitare. Io non penso che la nota sensibilità degli attuali governanti regionali per le problematiche del territorio possa venire meno di fronte alla Strada dei Colli, perché ciò rappresenterebbe un monumento all'incoerenza..."

E il comune di Cisternino invece? Secondo lei, che cosa spinge i suoi amministratori a portare avanti questo progetto insensato dopo che quasi quattromila persone hanno già firmato l'appello contro la Strada? Sono tante quattromila firme, cioè quattromila possibili voti...
" Se non sbaglio, uno degli amministratori ha di recente banalizzato il problema riducendolo all'esigenza di non perdere i finanziamenti già stanziati, in mancanza di alternative sulle quali far confluire gli stessi finanziamenti. Per la verità io penso che nulla impedisca alla stessa amministrazione di farlo, e il Comitato del No e migliaia di persone sarebbero felici di offrire la loro disponibilità a collaborare... Nei fatti, il comportamento degli amministratori è di tutt'altro segno, anche se le sue fondamenta sono molto deboli. A parte la demolizione del progetto in sé stabilita dal Tar di Lecce, che tre anni fa coinvolse Comune, Provincia e Regione, è da aggiungere che in tutti gli atti deliberativi e progettuali che ho potuto leggere, non ho rinvenuto uno straccio di motivazione. Motivazione che, per un'opera di tanta rilevanza e impatto, dovrebbe essere ben forte ed evidente. E non credo proprio che possa essere ritenuta motivazione, non dico congrua ma neanche seria, quella della sicurezza stradale del tracciato: una strada interpoderale di cinque chilometri sulla quale transiterebbero poche macchine al giorno, come accade nei centro chilometri di tutte le strade poderali che percorrono le campagne di Cisternino. E gli obiettivi del progetto, udite udite, sono quelli, fra gli altri, di ridurre l'inquinamento acustico e atmosferico! Comunque, per quello che ne so, un provvedimento amministrativo senza motivazione è illegittimo e quindi annullabile." 

E quindi, prefetto Blonda, che cosa spinge gli amministratori di Cisternino a ostinarsi nel progetto?
" Qualche cosa che rimane occulta e verosimilmente inconfessabile. Questo loro non uscire allo scoperto, questo loro non dire che cosa intendono fare, induce un po' tutti ad avanzare le ipotesi più varie. Io non sono abituato a parlare senza documentarmi, ma so per certo, e concludo, che tutto quello che si tiene sotto il tappeto alla fine non regge alla prova verità degli approfondimenti giudiziari. E questa vicenda alla fine potrebbe proprio approdare nelle aule giudiziarie di ogni genere."


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