mercoledì 2 aprile 2014

La signora B.B. controbatte!


ALCUNE OSSERVAZIONI SULL'INTERVENTO DEL VICESINDACO DI CISTERNINO VITO ZIZZI IN RISPOSTA A QUELLO DEL CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE STEFANO GUARINI SULLA CD. "STRADA DEI COLLI", ENTRAMBI APPARSI IL 1 APRILE 2014 SULLA "GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO".


Primo: i 20 km di lunghezza attribuiti alla strada in progetto nel recente articolo dell'"Espresso" sono un involontario errore del giornalista. Noi del "Comitato per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente di Cisternino" sappiamo benissimo che il percorso predisposto dal progetto Technital quale seconda tratta di quello originariamente previsto, che avrebbe dovuto collegare Ostuni-Cisternino-Laureto di Fasano, ha una lunghezza di circa 5 km. Senonché tale percorso ricade integralmente in una zona protetta dal PUTT e dal nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale per motivi paesaggistici, storici e archeologici. La sua eventuale realizzazione (previa concessione di deroga da parte della giunta regionale) distruggerebbe irrimediabilmente un territorio ormai raro per la sua integrità e simbolico per l'identità della Valle d'Itria e della Murgia dei Trulli. I 5 km previsti in progetto ci sembrano quindi più che sufficienti per cercare di impedire questo scempio.
   Secondo: non c'è una "strada esistente" nella zona, ma una serie complessa, un vero e proprio mosaico di tratturi antichi fiancheggiati da storici muretti a secco. Sovrapporre a tali tratturi, mediamente larghi 4 metri o meno, uno stradone che dal progetto Technital risulta largo al minimo 11 metri, tra corsie asfaltate, banchine e cigli, richiedendo per giunta uno scavo assai più largo (vedi la carta "Progetto stradale - Sezioni trasversali tipo" della Technital), non significherebbe certo "allargare una strada esistente", bensì annientare un insieme di tratturi e muretti a secco storici compresi i numerosissimi alberi che li fiancheggiano. Inoltre ben il 25% dello stradone (vedi "Progetto stradale-Relazione...", pag. 2) non seguirebbe affatto percorsi preesistenti, ma investirebbe direttamente una campagna intatta, la sua agricoltura, i suoi muretti, i suoi alberi.
   Terzo: gli alberi, appunto. Non per niente il progetto Technital parla di "nuova piantumazione", relativa a boschi, "vegetazione spontanea" e anche ad alberi preziosi come i fragni (Quercus trojana) che esistono ormai quasi solo qui, in Valle d'Itria. Ma per abbreviare, e ridurre il discorso agli ulivi: il vicesindaco Zizzi dovrebbe forse dare un'occhiata al progetto (che notoriamente è stato "depositato" sottoforma di "presa d'atto" dalla giunta comunale di Cisternino lo scorso 5.12.13 nonché trasmesso alla Regione Puglia tra il dicembre 2013 e il gennaio 2014). Infatti la Technital ha prodotto alcune mappe apposite in cui vengono individuati gli ulivi da abbattere o trapiantare (dimenticandone parecchi). Leggiamo nella "Relazione tecnico-agronomica" del progetto, pag. 18: "Sono stati così rilevati 536 alberi di ulivo, dei quali 21 rivestono carattere monumentale" e a pag. 22: "E' indispensabile e indifferibile l'abbattimento delle 515 piante di ulivo e lo spostamento mediante reimpianto delle 21 piante monumentali"... mentre Zizzi sostiene che "gli alberi da espiantare sono meno di 200 e saranno tutti reimpiantati"!! E si rende conto Z. di cosa comporterebbe il reimpianto di questi fantasiosi 200 ulivi, tutti da potare, da spostare con scavo di duecento buche e da annaffiare per anni (a cura e spesa di chi?), ammesso e non concesso che si salvino?
   Quarto: distruzione di muretti a secco storici per una lunghezza minima di 5 km, dato che spesso si presentano ai due lati dei tratturi. Secondo il vicesindaco essi verrebbero "rispettati", ossia ricostruiti dopo essere stati integralmente abbattuti (cosa che il PPTR proibisce, affermando che, anche qualora si renda necessario un restauro, esso non deve mai giungere "allo smantellamento totale del manufatto"). Ammesso e non concesso che tale ricostruzione abbia davvero luogo, in qual modo verrebbe effettuata? Non ne vediamo abbastanza, purtroppo, di muretti e altre costruzioni originariamente a secco che vengono rifatti da zero con uso di cemento e di mattoni tutti uguali? Lo sa, la giunta comunale, quanto costerebbe e quanto tempo richiederebbe un lavoro di ricostruzione di tali manufatti rispettando la tradizione storica e culturale della Valle d'Itria, e quanto poche persone siano ormai in grado di assumerselo?
   Ci sarebbero tante altre cose da dire, i gravissimi aspetti archeologici per esempio, la costruzione di rotatorie larghe 25 metri, il problema del rumore che comporterebbe l'installazione di mostruosi pannelli fonoassorbenti (vedi progetto, "Relazione sulla conformità... alla normativa ambientale e paesaggistica", pag. 26), gli espropri per oltre 6 ettari e altrettanti ettari sequestrati per "almeno" un anno eccetera, il tutto leggibile nella vasta documentazione che il nostro Comitato ha prodotto e messo a disposizione dei cittadini, del Comune e della Regione. Ma per fermarci qui: Zizzi dice che l'attuale progetto "può essere ancora migliorato". Dove stia questo miglioramento (come migliorare lo scempio?) non si sa; in realtà esiste a tutt'oggi un solo e unico progetto ed a questo necessariamente noi ci riferiamo quando cerchiamo di combatterlo. Certo, abbiamo proposte non di "miglioramento", ma di sostituzione del progetto (anche per non perdere, ma usare in modo positivo il finanziamento) con altri tipi d'intervento tali da non compromettere né il territorio né il paesaggio né il turismo né l'economia cistranese, ma anzi di favorirne lo sviluppo sostenibile: come  la trasformazione della zona dei colli in un parco naturale collegato al sottostante Parco delle Dune. Ma la giunta comunale ignora le nostre proposte, né sembra interessata ad aprire con noi e con chiunque lo voglia un adeguato e trasparente "tavolo di discussione". 
Tutto ciò per chiarire almeno qualcosa. Grazie a chi leggerà.     
Bruna Bianchi


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